PORTA “FERDINANDEA”
- Ubicazione: CATANIA, Piazza Palestro
- Periodo storico: 1768
- Autore: Stefano Ittar e Francesco Battaglia
- Corrente artistica: barocco catanese
- Riproduzione polimaterica in scala
La "Porta Ferdinandea" (conosciuta oggi come Porta Garibaldi) è un arco trionfale costruito nel 1768, su progetto di Stefano Ittar e Francesco Battaglia, per commemorare le nozze di Ferdinando I delle Due Sicilie e Maria Carolina d'Asburgo-Lorena. Si trova tra piazza Palestro e piazza Crocifisso, alla fine di via Garibaldi e faceva parte di uno dei pochi tentativi di organizzare lo spazio, secondo un progetto articolato e scenografico . L'arco, rappresenta un grande elemento di arredo urbano, costituito da due prospetti raccordati sui fianchi da elementi simmetrici: il prospetto est lineare e con due nicchie vuote ai lati , quello ovest volto ad accogliere gli stranieri in arrivo a Catania, con i bracci laterali allungati e di forma concava. L'impatto che si riceve è forte e maestoso, con un insolito motivo che colpisce l' attenzione per l'alternarsi di strisce parallele di pietra bianca di Siracusa e pietra lavica e può essere portata come esempio di quello stile costruito attraverso effetti scultorei, lampi vibranti di luci ed ombre, contrasti di colore e di materie differenti che rendono effetti ottici di grande potenza emotiva In alto, sul fastigio dove ora è un orologio, era un grande medaglione con i ritratti dei due sovrani; in odio ai Borbone parte dell'iscrizione dedicatoria venne barbaramente cancellata. Con la fine della dominazione borbonica nel 1862 mutò anche il nome da Ferdinandea a Garibaldi, in onore del generale che aveva messo fine alla denominazione borbonica. Ma i Catanesi la riconoscono come il "Fortino"( in dialetto U Futtinu ), per una erronea associazione con il fortino del Duca di Ligne costruito dopo l'eruzione lavica del 1669 e di cui esiste una porta nella vicina via Sacchero, all'interno dello stesso quartiere. Ponendosi di fronte all'arco e guardando verso la via Garibaldi si scorge, lontana ed armoniosa, la cattedrale di S. Agata; la porta nel suo progetto originale si offriva come scenografico abbraccio all'ingresso solenne ad ovest della città in perfetto asse con l'ingresso del Duomo.